AlfaBaita

Un progetto di ospitalità e scrittura di Davide Longo

Perché noi e perché qui

Ci sono valli più note? Sì. Altre con impianti sciistici più efficienti? Certo. Posti di montagna più glamour? Senz’altro, ma la Valle Varaita ci ha conquistati proprio perché di glamour non ha quasi nulla e si è conservata integra, selvatica e con il giusto mix tra economia locale e turismo. Ecco perché qui abbiamo pensato di costruire una casa che potesse ospitare le nostre passioni, i desideri, il futuro e chi viene da lontano. Un progetto, una casa vacanze, un posto dove sostare, un posto dove tornare.

Quando tutto è iniziato…

Ottobre 1976, una centoventotto rosso mattone percorre paziente la strada che risale la valle. Alla guida c’è un uomo giovane con la barba, al suo fianco una donna che, se non fosse per il bambino di quattro anni seduto dietro, si potrebbe dire una ragazzina.

Il bambino ha capelli biondi tagliati a scodella. Guarda gli alberi scorrere autunnali fuori dall’auto, le pareti della valle che ora si stringono ora si allontanano, il fiume che le ha scavate. Dal mangiacassette che tiene sulle ginocchia un uomo spera “che ritorni presto l’era del cinghiale bianco”.

L’auto svolta a destra e abbandona la comunale per una stradina smilza. Una paio di tornanti, il motore che ansima e finalmente una piazzetta e una piccola chiesa. Il bambino scende di corsa perché come sempre ha patito l’auto.

Respira lungo mentre guarda le poche case diroccate della borgata: tetti di pietra, muri di pietra, vecchie cataste di legna lasciata a seccare, sterpaglie. Niente voci, niente cani, niente bambini.
“Ma qualcuno ci abita?” domanda.
Il padre sta già togliendo dal baule una vanga, abiti da lavoro, cassetta degli attrezzi.
“Un paio di vecchie” dice.
“Due anziane” lo corregge la donna “ma adesso ci siamo noi e possiamo venirci tutte le volte che vogliamo”.
Il bambino si gratta un piede con l’altro.
“Per forza?”.

I genitori si sorridono e si avviano lungo la stradina che porta nella borgata. Il bambino ci pensa su e li segue. Non può sapere che quarant’anni, tre figli, molti libri, molti viaggi, molti passi, molte cose belle e qualcuna anche brutta dopo, comprerà un rudere in quella borgata, proprio accanto alla baita dove ha trascorso gran parte delle sue vacanze di bambino, ragazzo, adulto e poi padre. L’altra cosa che quel bambino non sa è che quel rudere lo comprerà per farne un rifugio per vacanzieri che potranno soggiornare a casa Cormac, Ferdinand, Agota; una base per camminatori e ciclettatori; una residenza per scrittori, lettori e artisti. Un progetto che si chiama AlfaBaita. Una nuova casa, a pochi metri di distanza dalla baita di famiglia, come due parole separate da una virgola.

AlfaBaita ti aspetta: quando vieni a trovarci?